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Serata inaugurale a Sarzana

venerdì 10 luglio, palco p.zza De André. 

Presentazione e saluto del Ven. Kusalananda.

Breve conferenza di Angelo Tonelli "I greci dentro di noi" e il Manifesto contro il transumanesimo. 

venerdì 10 giugno ore 21:00 

palco p.zza De André. 

Compagnia Teatro Iniziatico 

in

Perfomance rituale 

Manteion

dalla distopia alla eutopia attraverso La Sapienza

domenica 12 giugno ore 21:00

fiume Magra a Battifollo

 

Canti del fiume più vasto

Arthuan Rebis,

arpa celtica, nickelharpa, ulusi 

Angelo Tonelli, voce recitante

Sabato 18 giugno ore 21:00 

fiume Magra a Battifollo

 

Oracoli Caldaici

Gabriele Gasparotti, sintetizzatore

Benedetta Dazzi, violoncello

Angelo Tonelli, voce recitante

Mercoledì 22 giugno ore 17-20

Atelier Nuova Eleusis 

 

Nello Ceccon

Presidente del Centro Studi Sciamanici

 

Workshop

di divinazione sciamanica

Mercoledì 22 giugno ore 21:30

Atrio Palazzo Comunale 

 

Massimo Maggiari

In viaggio con l'anima

Leggere nel cuore. Gli insegnamenti di un curandero.

Interventi musicali del relatore e di Daniele Dubbini

Sabato 2 luglio ore 21:00

Chiostro di San Francesco

 

Stefano Bettera

Il filosofo idiota

Riconoscere il volto dell'altro

come scelta di libertà

Venerdì 8 luglio ore 21:30

Piazza De André 

 

Ensemble Agalma

Nel nome di Dioniso

Letture poetiche:

Paola Pennecchi: Dioniso

Isabella Tedesco Vergano:

Dioniso orfico e l'aprirsi dell'essere

Il genio del cuore

variazioni e metamorfosi dionisiache 

con Nietzsche, Lorca, Euripide, Plotino

Danza: Valentina Cagliesi

Musiche: Daniele Dubbini

handpan, flauto bansuri, percussioni

Voce recitante: Angelo Tonelli

Lunedì 11 luglio ore 21:00

Atrio Palazzo Comunale

Luca Valentini

Direttore di Pagine Filosofali, scrittore

Chiara Toniolo

scrittrice, 

Sofferenza e conoscenza

un'interpretazione ermetica dell'Edipo Re

Martedì 19 luglio ore 21:00

Atelier Nuova Eleusis

Andrea Solari

presentazione del suo libro

Il linguaggio degli immuni

Edizioni Agorà e CO

Martedì 16 agosto ore 21:00

Chiostro di San Francesco

Maurizio Bettini

Fondatore e direttore dell'Istituto

di Antropologia dell'Università di Siena

Dal Mythos alla fabula

Il racconto degli antichi

Giovedì 18 agosto ore 21:00

Sala consiliare Comune di Sarzana

Enrico Bardellini

Storico delle arti e studioso di musica antica

Dante mistico

Iniziazione miseria antica

e simbolismo sapienziale della musica

Il relatore eseguirà brani musicali

con strumenti del medioevo

Sabato 20 agosto ore 21:00

Piazza De André

Valerio Meattini

Ordinario di filosofia teoretica e filosofia della mente dell'Università di Bari

Sapienza, scienza, vita

passaggi al limite

Martedì 23 agosto ore 21:00

Atrio palazzo comunale

Gualtiero Santi

Platone a Eleusi

Mostre

Mito e Sapienza in arte orafa - dal 14 al 16 agosto

Valentina Cagliesi

 

 

 

 

 

In occasione di MYTHOSLOGOS 2022, Rassegna sulla sapienza, la filosofia, l’arte e la cultura dell’antichità greco-romana, si è tenuta la mostra espositiva di arte orafa ispirata al Mito e alla Sophia di VERBAUREA, nella preziosa cornice dell’Atelier “Nuova Eleusis”a Sarzana.

Nota introduttiva di Angelo Tonelli 

«CHRYSOSOPHIA (ma anche argyrosophía o elektrosophia) mi viene naturale definire l’arte orafa di VERBAUREA: sophía ovvero sapienza tradotta in forme auree, argentee o di elektron, la lega antichissima d’oro e d’argento già oggetto dell’attenzione di uno dei maggiori alchimisti tardo ellenici, Zosimo di Panopoli. Saldamente radicata nella nobilissima tradizione dell’oreficeria (e in generale della cultura e della spiritualità) etrusca, Valentina Cagliesi ha distillato nel corso degli anni una visione profonda della sapienza greca, in particolare di Parmenide, Eraclito, Empedocle, cogliendone il contatto sia con lo sciamanesimo delle steppe, dagli Sciti ai Mongoli, che con l’Oriente, e ne trasferisce in parole cesellate folgorazioni, archetipi e simboli percorrendo con sguardo originale anche le vie del mito. E così, a cavallo tra Etruria, Grecia, Iperborea, Scizia, Roma e le altre lande del pensiero e  dell’immaginazione mito-sapienziale, VERBAUREA costruisce con eleganza e leggerezza pari alla profondità dei contenuti, monili-talismani, condensazioni luminose di alchimie che fondarono la dimensione più viva della nostra civiltà e costellano l’Anima Mundi.

Araldi fascinosi di una materia spiritualizzata in monili parlanti, auraticamente circonfusi di cháris e habrosyne».

VERBAUREA: Il percorso dell’Ispirazione

“Che i miti siano divini è conclusione che può trarsi da chi ne ha fatto uso. Tra i poeti, gli ispirati; tra i filosofi, i migliori; chi istituì i misteri come, infine, gli dei stessi negli oracoli si sono serviti dei miti. […]

Perciò: secondo il dicibile e l’indicibile, il nascosto e il manifesto, il palese e il segreto, i miti imitano gli stessi dei. […]

Anche il mondo infatti può essere detto un mito, poiché in esso corpi e oggetti si manifestano, mentre le anime e le intelligenze si nascondono.”

“E queste cose non avvennero mai, ma sempre sono: l’intelligenza (nous) le vede tutte insieme in un istante, la parola le percorre e le espone in successione”

(Salustio, “Degli Dei e il Mondo”, dal cap. 3, 4*).

VERBAUREA si manifesta come un microcosmo creativo che ha scelto -o forse sarebbe più esatto dire che a scegliere è stato il suo stesso Daímon, secondo il folgorante ammonimento eracliteo- l’Arte Orafa per ri-vivere e re-interpretare ancora una volta e sempre, la potenza e la pregnanza abissalmente significanti del Mito e della sua sapienza. Vi si racconta di gioielliparlanti nei quali frammenti di parole auree -come scintille prometeiche rubate al fuoco sacro e fecondo del Mito, della Sapienza e della Poesia-rinascono plasmate simbolicamente in Monili Unici, “talismani” originali, dall’aura incantatrice e senza tempo.

Mito dunque come ispirazione originaria e veicolo simbolico privilegiato della Sapienza, della radice spirituale che è anche alla base del nostro linguaggio artistico in quanto civiltà e che, tra immagine e parola, infinite strade offre da percorrere indicando in essenza sempre un unico, intimo e corale, cammino di disvelamento. La nostra ispirazione artistica si radica nell’ardore, nell’amore, nello slancio unico del “Thumos” -per evocare un nostro riferimento assoluto, Parmenide- verso ciò che sentiamo “originario” e perciò imprenscindibile come nutrimento dell’anima, ritenendone essere la fonte di ogni autentica originalità d’espressione. La gioielleria arcaica tutta -sia occidentale che orientale- nasceva come una modalità precisa di coniugare la dimensione sacra magico-simbolica del gioiello-talismano con l’anelito demiurgico all’arte, alla bellezza: linguaggio visuale sorgivo e sacro per additare il miracolo dell’affioramento esteriore di una dimensione tanto immanifesta quanto fondante e fecondante l’esistenza.

Il Monile così concepito, é prima di tutto e fondamentalmente indizio d’appartenenza -ed espressione ammaliante, sì- a certi valori e radici spirituali, prima ancora che prosaicamente l’ostentamento di uno status sociale o semplicemente dell’estro giocoso personale, puramente estetico e ornamentale, come pare essere ad oggi quasi definitivamente relegato. Infondo la Divina Peithò, il volto incantevolmente persuasivo della Dea primigenia che plasma il mondo proprio come si predisponesse ad ornarsene, si accompagna ad Aletheia -a Verità- a Disvelamento e Rivelazione, secondo i versi sacri della rivelazione Parmenidea.

VERBAUREA altro non è così che un infinitesimo, luccicante frammento di questa visione, e nel Sogno della Realtà sogna ancora di potersi magicamente vestire e abbellire, intimamente “arricchire” di Miti; di far balenare, nella luce seducente di un gioiello artistico così concepito, schegge luminose di un orizzonte di senso in cui la verità costituente il “cuore inconcusso” della realtà ultima, mantiene ancora saldamente annodati a sé la Bellezza e il Gioco, ma non come frutti derivati e superficiali, quanto piuttosto come espressioni connaturate allo splendore del manifestarsi del Mondo e della Psiche umana, polarità misteriosa e inscindibile.

A siglare in un nodo magico quest’orizzonte di vita, realtà-sogno e instancabile ricerca, abbiamo posto il Serpente Aureo, l’Ouroboros di tradizione immemore, rappresentandolo nel nostro Logo. Riavvolto perennemente nella sua spira, riallacciandosi nel morso alla sua stessa coda, compiendosi nel proprio inarrestabile circolo virtuoso, mai pago di vorticare in sé proprio come il Cosmo visibile di cui è pure una delle più antiche simbolizzazioni,  l’Ouroboros genera costantemente il nuovo, il presente, inglobandovi, trasmutata, la preziosa eredità del passato. “Tradizione e Originalità”: sono questi gli occhi ardenti del nostro Ouroboros aureo attraverso cui guarda al Mondo l’estetica vena creativa di VERBAUREA, ammaliata e rapita da tutte quelle cose che, dunque, “non avvennero mai ma sempre sono“.

Tra L’Essere e l’Apparire ricerchiamo l’Apparire dell’Essere.

Nota sulla Lavorazione

La tradizionale lavorazione a “microfusione” o anche detta “a cera persa”, di cui per lo più VERBAUREA si avvale, è una tecnica basilare dell’arte orafa fin dall’antichità. Questo tipo di procedura esalta pienamente l’originalità dell’idea e l’unicità della creazione: ogni nostro gioiello, dopo essere stato concepito e così plasmato e fuso, viene poi sapientemente architettato e rifinito al banchetto -la postazione classica del mastro orafo- secondo tutti i crismi dell’oreficeria artigianale e le sue diverse tecniche di finitura. Tutte le collezioni VERBAUREA possono essere realizzate in ORO (750°°° -18KT-) e in ELETTRO (in lega d’Argento e Oro) solo su commissione, mentre le presentiamo al pubblico declinate in ARGENTO Naturale (925°°°) o placcato Oro (18kt). 

 

 

Prosopon, maschere per il teatro greco - dal 21 al 25 agosto

Elena El Fazairy, Davide Borghini

a cura di Solange Passalacqua

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si è conclusa giovedì 25 agosto la mostra «Prosopon, maschere per il teatro greco» organizzata dalla Compagnia Teatro Iniziatico dell’Arthena e ospitata dal Comune di Lerici nell’atrio del suo palazzo comunale. Nella mostra, curata da Solange Passalacqua, sono state esposte le maschere realizzate da Elena El Fazairy e le fotografie di Davide Borghini, il tutto accompagnato da brani tratti dagli inni orfici, da Giorgio Colli, James Hillmann e altri.
La mascheraia Elena El Fazairy è allieva del maestro fiorentino Agostino Dessì e realizza le sue opere nel suo atelier a Pitelli. Ha creato anche le maschere per lo spettacolo «Baccanti» di Euripide del 2021 e quelle per la performance rituale "Manteion, dalla distopia alla eutopia, attraverso la Sapienza" che la Compagnia ha finora portato a Sarzana, Arcola, La Spezia.

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